Come si è impedito un fallimento del mercato nei confronti dei beni pubblici?

OSTAGGI della FOLLIA ECONOMICA - Guido Grossi (Maggio 2024)

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Come si è impedito un fallimento del mercato nei confronti dei beni pubblici?

Sommario:

Anonim
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Una volta era comunemente accettato che qualsiasi bene pubblico costituiva un fallimento del mercato e forniva condizioni necessarie e sufficienti per intervenire nell'economia. Attraverso il processo politico e l'errore - e un gran numero di dibattiti accademici - gli economisti si avvicinano ora ai problemi dei beni pubblici più cauti e realistici. In breve, è improbabile che il fallimento del mercato sia dovuto a beni pubblici o che esistano modi per impedirli senza causare almeno tanto danno.

Che cos'è un bene pubblico?

I beni pubblici sono qualsiasi beni o servizi considerati sia non rivali in consumo che non esclusi nella fornitura. Un bene è rivalro quando consumare impedisce ad un altro di farlo. Le mele sono merci rivali, ma le onde radio non lo sono.

Un bene non è escluso quando i produttori ritengono troppo costosi per escludere che i non pagatori beneficino. Ci sono pochi esempi di questo, ma gli economisti hanno precedentemente indicato i fari e la difesa contro un asteroide che viene verso la Terra.

All'inizio del XX secolo, un'idea popolare emerge che i beni pubblici potrebbero essere identificati dagli economisti e misurati rispetto all'ottimismo astratto della perfetta concorrenza e che un intervento attentamente pianificato potrebbe evitare il fallimento del mercato.

Paul Samuelson è stato il primo a formalizzare la teoria della scelta pubblica. Questa teoria ha proposto che i beni pubblici, come la conservazione ambientale o i servizi comunali, potrebbero essere sovvenzionati o semplicemente forniti dallo Stato stesso.

La sfida più grave e dannosa per la teoria del bene pubblico è stata trovata nel libro di Tyler Cowen del 1988, "Beni pubblici e guasti del mercato: un'esame critico". Cowen ha sfidato diverse ipotesi nell'economia generale dell'equilibrio, sostenendo che è essenzialmente impossibile identificare e misurare la perdita di peso morto di un'offerta pubblica insufficiente. Il volume comprende anche grandi studi di casi di fornitura privata di beni pubblici, contraddicendo direttamente le previsioni di Samuelson e altri.

Un'altra sfida innovativa è venuta da Elinor Ostrom, la prima donna a vincere un premio Nobel per l'economia, che sosteneva che la teoria della scelta pubblica gravemente errata ignorando accordi complessi. Si è concentrata principalmente su come gli umani interagiscono volontariamente per prevenire il crollo dell'ecosistema e mantenere rese sostenibili a lungo termine.