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Le compagnie petrolifere e del gas misurano le riserve utilizzando i dati raccolti dalle indagini geologiche e sismiche e con studi di ingegneria che forniscono indicazioni di quanto sia facile o difficile recuperare le riserve. Quindi indicano le proprie riserve secondo classificazioni che indicano la probabilità di recupero. Le due classificazioni di base di recupero sono dimostrate e non dimostrate. All'interno del segmento non provato delle riserve sono due classificazioni più raffinate: probabili e possibili.

Per quanto riguarda l'esposizione di riserve comprovate, le società petrolifere e gas dovranno inoltre fatturare le "condizioni operative", un termine che calcola la spesa per ripartizione richiesta per il recupero dell'olio. Dovranno inoltre fare riferimento alle approvazioni regolamentari necessarie. Senza queste stime, le riserve non possono essere dichiarate come dimostrate, solo come probabili. Pertanto, i cambiamenti nei costi di recupero o nei regolamenti possono influenzare la classificazione delle riserve petrolifere.

Le riserve provate sono designate come 1P. Una classificazione di 1P indica l'ammontare delle riserve che ha una certezza del 90% di essere recuperabile in condizioni esistenti. Le riserve provate comprendono riserve di collaudo consolidate o riserve che possono essere recuperate utilizzando pozzi esistenti e attrezzature o con minimi investimenti aggiuntivi e provate riserve non sviluppate che possono essere recuperate solo attraverso la foratura di nuovi pozzi.

Le riserve non dimostrate sono riserve con una probabilità di recupero del 50% o inferiore. Ci sono due classificazioni utilizzate per dichiarare riserve non dimostrate. Le riserve valutate con una probabilità di recupero del 50% sono indicate come riserve probabili. Le riserve che hanno solo una probabilità di recupero del 10% sono indicate come riserve possibili. Le riserve provate e le riserve probabili sono designate come 2P. L'ammontare di riserve 2P più riserve possibili è indicato come riserve 3P.