Sono le imposte variabili imposte differite?

DIFFERENZA TRA IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI (Novembre 2024)

DIFFERENZA TRA IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI (Novembre 2024)
Sono le imposte variabili imposte differite?

Sommario:

Anonim
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Le rendite variabili sono fiscalmente differite. Ciò significa che un investitore non paga le imposte sul reddito da interessi dalla sua rendita fino a quando non inizia a ricevere distribuzioni. Una volta che riceve le distribuzioni dalla sua rendita, viene tassato solo sulla parte del reddito, non sul capitale. Il Servizio Revenue Interno (IRS) considera i primi soldi distribuiti per essere l'interesse. Inoltre, il reddito della rendita viene tassato a tassi di reddito ordinari, non a tassi di plusvalenza a lungo termine.

Periodo di Accumulazione Vs. Periodo di annuitizzazione

Una rendita variabile è divisa in due fasi. Il periodo di accumulazione inizia quando l'investitore acquista l'annuità e dura fino a quando inizia a ricevere distribuzioni. Idealmente, l'investimento in cui è collocato l'annuità fa bene durante questo periodo, e l'annuità cresce con interesse. L'investitore non deve pagare imposte su questo interesse durante la fase di accumulazione.

La fase di annuitizzazione è quando un investitore variabile di rendita riceve il suo capitale e gli interessi indietro in una serie di pagamenti fissi. Durante questa fase, deve pagare le imposte sul reddito sui soldi che ha fatto durante la fase di accumulo.

Reddito Vs. Principale

L'IRS calcola solo le imposte sulla parte di reddito della distribuzione, non il capitale, che si presume fosse già tassato prima di essere investito. Il primo denaro ritirato viene considerato come interessi, quindi viene tassato. Un investitore che ha un saldo di rendita di 1 milione di dollari, con 100.000 dollari di questo interesse, viene tassato sui primi 100.000 dollari che si ritrae.

Reddito ordinario vs. Le plusvalenze a lungo termine

Forse il più grande svantaggio delle rendite variabili è che esse sono tassate a tassi di reddito ordinari piuttosto che a tassi di plusvalenza a lungo termine. Questo è particolarmente problematico per gli investitori ad alto reddito, per i quali le imposte sul reddito ordinarie, a partire dal 2015, possono essere pari al 39,6%. Le plusvalenze a lungo termine, invece, sono tassate non più del 20%.